La spalla, ovvero l’articolazione gleno-omerale rappresenta il quarto centro motore triassiale, secondo la classificazione delle articolazioni tratta dal lessico dell’Axis Syllabus. Il raggio di abduzione e di adduzione della spalla corrisponde a circa 120°-130°. Il raggio di flessione ed estensione è di 70°-90°, mentre il raggio di rotazione è di 90°-100°. Queste ampiezze rappresentano la “norma” riconosciuta, aldilà della quale lo sviluppo di determinate abitudini comprometterebbe la salute e l’efficienza della nostra articolazione.
Cosa definisce una norma?
Decartes associò la verità del corpo, intesa come “normalità”, alla salute. Cioè, ogni azione che contribuisce alla salute biologica e sociale del nostro corpo sarebbe un comportamento “normale”. Secondo August Compt invece “un tipo normale corrisponde alla quantità di ricorrenza di un fenomeno.”
Lo studio dello scheletro umano conferma che la spina dorsale, le spalle, le anche, le ginocchia, i polsi, i gomiti e le caviglie si devono muovere in precise direzioni e secondo specifici parametri per conservare forza e salute. Raggiungere ampiezze maggiori nel movimento aldilà dei limiti di tolleranza, comprometterebbe non solo le cartilagini dell’articolazione, ma anche i tessuti coinvolti. La convinzione dell’uomo odierno, che tutto sia possibile tramite un atto di volontà, spesso non trova supporto nella sua predisposizione fisica e mentale. Un equilibrismo precario tra ideale e realtà.
Il concetto della Via di Mezzo nell’ insegnamento buddista trascende il dualismo di gran parte dei sistemi di pensiero e descrive la vita come «una realtà inafferrabile che trascende i concetti di esistenza e non esistenza, manifestando tuttavia le qualità di entrambe». La saggezza o la virtù starebbe allora nella capacità di riconciliare posizioni apparentemente contraddittorie.
Ma come fare?
I nostri tempi esaltano la polarità di appartenenza a diversi stili di vita, classi, credenze, partiti ect. e vedono la libertà nel poter scegliere tra un’opinione piuttosto che un’altra. Mentre saper oscillare intorno al punto di svolta tra due prospettive, tra un’opinione e un’altra, tra virtù e vizio, ci richiede di rimettere in questione le nostre convinzioni, di saper stare nel conflitto, di essere il più feroce difensore e allo stesso tempo il più coraggioso dissacratore delle nostre prese di posizione.
Ammettendo anche che non esiste un corpo-mente uguale a un‘altro, ognuno sarebbe dunque la misura della propria normalità e matrice dei propri criteri. Nel momento del conflitto di opinioni, la sfida sta, prima, nel riconoscere la legittimità di ambo le parti, creando un terreno neutrale in cui convergere, e poi ripartire insieme verso un orizzonte condiviso.
In questa impresa l’oggettività diventa “cugina” dell’empatia nel trasformare i nostri punti di vista, in punti con viste.
Fonti:
Dictionnaire du corps, QUADRIGE/PUF, 2007
La rivoluzione del movimento,The Axis Syllabus, Frey Faust, CASTELVECCHI
In collaborazione con Francesco Mezzanotti