Edizione particolare di Econius dedicata al riutilizzo
Per dire no all’usa e getta, all’acquisto del superfluo e quindi alla produzione infinita di rifiuti ed allo spreco di risorse oggi vi dedichiamo questa canzone rubata a Francesco Guccini e riscritta un suo onore, dopo avere bevuto una damigiana di Tavernello.
Ora vogliamo vedere quale gruppo musicale, che ha a cuore il destino del pianeta e quindi dell’uomo, avrà il coraggio di riarrangiare questa canzone ed inserirla nel suo repertorio.
Un vecchio calzino, io presi per mano, e andammo insieme verso la pattumiera.
Nell’alluce destro c’era un gran foro e portarlo ancora non era decoro.
Ma mentre camminavo verso il cestino, sentì una voce venir dal calzino.
Ti prego padrone, ti supplico aiuto, cambia il mio destino non mi sento un rifiuto
Di strada con te io ne ho fatta molta e se non mi butti ci divertirem come una volta
Nella mia vita, non ho mai chiesto niente, anche se vivevo nel buio, con aria puzzolente
TI chiedo soltanto di non mandarmi all’inferno e continuerò a scaldarti nel gelido inverno
Lo sai che a momenti mi scoppia il cervello se penso alle sorti di mio fratello
Non posso, non posso lasciarlo spaiato, il senso della sua vita sarebbe rubato
In fondo sei tu la causa del danno, che ti tagli le unghie una volta l’anno
E poi non ci pensi, padrone avaro che comprarne uno nuovo richiede denaro
Ti basta soltanto ago e filo nero e vedrai tornerò come prima davvero
Anche se le mie parole, saran dette al vento, ti rimarrà la colpa di aumentar l’inquinamento
A queste parole allora ristetti e piansi di fronte a tutti i calzetti
Decisi amico ti voglio salvare e sempre con me io ti voglio portare
Il calzino mi disse, con voce sognante ti piace l’ambiente riparane altri !!!