di Daniele Tagliolini – Ex Presidente della Provincia e Sindaco di Peglio
In questi giorni vivendo l’epidemia da un punto di vista esterno rispetto ai livelli decisionali, molto legato ai mezzi di informazione e alle piattaforme social, mi sono immaginato tante nuove situazioni, tanti nuovi modelli organizzativi, gestionali, produttivi ma la domanda che mi sono posto alla fine è stata: “Ok, ripartiremo, ma da dove iniziamo?”

Penso che in questo momento, per chi ha avuto ruoli istituzionali come me, sia obbligatorio analizzare a fondo lo stato delle cose, perché solo attraverso un’analisi puntuale e scientifica saremo in grado di trovare le giuste proposte per ripartire con modelli rispondenti ad una società più resiliente.
L’analisi partirà da alcune domande legate all’epidemia a cui non darò risposte specifiche ma che vogliono essere uno stimolo per elaborare un proposta semplice.
· Quali sono le aree colpite maggiormente dal Covid-19?
· Perché hanno avuto questi impatti?
· Che tipo di ripercussioni tali contagi hanno avuto sui contesti territoriali?
· E’ normale che una pandemia porti impatti economici negativi in contesti dove il contagio non è avvenuto o, se è avvenuto, è avvenuto in maniera parziale?
· Chi ripagherà questi danni socio economici?
Partendo da queste semplici domande è facile affermare che le pandemie continueranno ad esserci, che i nostri modelli di vita cambieranno e che i territori avranno le loro opportunità e le loro difficoltà, ma è altrettanto importante capire come lavorare su nuovi modelli di co-pianificazione che dovranno necessariamente basarsi più sul concetto di Equilibrio che su un puro e semplice peso dei numeri o delle rappresentanze.
Abbiamo bisogno di Luoghi meno centrali che rispondano a logiche di riposizionamento funzionale che siano in grado di generare dinamiche nuove e nuove risposte, flessibili e innovative.
Troppo spesso alcune aree geografiche hanno subito l’indicazione di zone svantaggiate… oggi questo appellativo potrebbe essere utilizzato per definire le aree che hanno prodotto i peggiori scenari della pandemia.
Se un nuovo inizio deve esserci, può avvenire solo spingendo verso un nuovo Equilibrio sociale ed urbanistico. Se non ci si muoverà verso questa direzione i luoghi della pandemia saranno quelli a pagare il prezzo più alto di impatti negativi sulla società e sul prossimo.
Giustissimo bravo